martedì 6 marzo 2012

Porte scorrevoli

Le coincidenze secondo alcuni psicologi, storici, sociologi, scienzologi và, non esistono. I segni, le sensazioni che preannunciano un incontro, un avvenimento, sarebbero frutto di autosuggestione. Come a dire “tu pensi che quella cosa sia un segno solo perché vuoi che lo sia” e secondo la scienza dei segni (la semiotica) questo non fa una piega. Secondo altri pensieri più ad est, di sapore orientale, la forza del pensiero positivo è tale da far accadere ciò che vuoi accada; in pratica, tu pensi ad una cosa che vuoi e quella avviene. Però devi volerla intensamente, fortemente, concentrarti attrarre a te la materia che è in essa, e non demotivarti se tarda ad arrivare, prima o poi accadrà. Non è speranza, è pensiero attivo, agente, creativo. Uno dei miei filosofi preferiti, che filosofo non è, nel cercare di scoprire se le cose siano frutto del caso o invece parole stampate sul libro del destino, dopo una disquisizione squisitamente grottesca, mette tutti d’accordo, taglia la testa al toro, dicendo che le nostre vite sono regolate per metà dal caso e per metà dal destino; una cosa ci capita perché era scritto che capitasse, ma è stato un caso che capiti in un determinato momento piuttosto che in un altro. Cioè, che Romeo e Giulietta dovessero morire giovani l’avevano scritto nel destino, ma è un caso super sfigato che Giulietta si sia svegliata dopo Romeo.


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