giovedì 28 luglio 2011

Shakespeare ha detto

Ho appena finito di vedere il penultimo film di Woody Allen. Non sono un’appassionata sfegatata del regista, ma gli ultimi suoi film, il modo di interpretare le relazioni, i sogni, le illusioni, le vite lo trovo molto interessante e ricco di  spunti di riflessione. “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni” io non lo conoscevo. Non avrà avuto il “rumore e il furore” degli altri, ma è, come sempre, incompiuto; lascia insoddisfatti.
Come la maggior parte delle cose che facciamo, sono incompiute (serve la nostra fantasia per completarle).
Il narratore inizia dicendo “Shakespeare ha detto : la vita è piena di rumore e di furore, e non significa nulla.” Il messaggio è tautologico, siamo noi che diamo significato alla vita; al furore e al rumore che subiamo, provochiamo, cerchiamo e rifiutiamo. Alla fine le illusioni, spesso, sono le medicine migliori, ma devi crederci fino in fondo, devi vivere le tue stesse illusioni, fino a respirarle, perdersi persino in esse. Senza trucchi e senza inganni, non basta crederci a metà, non serve cullarsi per un po’ di un bel pensiero: bisogna costruirli tutti i bei pensieri e tenerseli stretti, perché alla fine, sono i pensieri, i buoni pensieri che ci fanno vivere bene e riconoscere il bene intorno a noi, e vivere come nei sogni. Come da film (suddetto)!




giovedì 21 luglio 2011

“Liev man dicev’ Zi Gnese”

“Liev man dicev’ Zi Gnese” è per me e per la mia famiglia un’istituzione, una perla di saggezza, un rimedio naturale della nonna (o in questo caso della zia) che acquieta immediatamente gli animi, rilassa la mente e ti predispone ad affrontare l’inevitabile. Tutto in una battuta, e solo se recitata a dovere, con l’accentazione giusta come di chi ti schernisce perché tanto non la spunti e non raggiungi lo scopo. Il famoso detto viene attribuito a una zia di 3° o 4° grado, la quale era solita recitare le parole benedette come consiglio e monito al capitato di turno  che non riusciva a persuadere con i suoi ragionamenti l’interlocutore.
Immaginatevi la scena: due persone discutono in modo animato; l’una cerca in tutti i modi di convincere l’altro ma non ci riesce, e all’improvviso si sente, fende l’aria, un sogghigno a mezza bocca “Liev man dicev’ Zi Gnese”, e tutto, come per magia, tace e muta! Un’ energia disarmante, una catartica emozione che rilassa, un insegnamento epicureo di atarassia, un’improvvisa imperturbabilità di fronte alle emozioni, e gli animi incandescenti, toccati dall’incantesimo, per un attimo si acquietano, e ritrovano la giusta collocazione.
Questa morale è applicabile a tutte le sfere della vita umana, una lezione quasi religiosa, sulla falsariga di “Dio dammi la forza di accettare ciò che non posso cambiare!”
La leggenda racconta che questa fantomatica parente, ovviamente zita, sia vissuta per un certo periodo in Inghilterra, negli anni in cui i Beatles cantavano “Let it be”, una traduzione sommaria del suo “Liev Man”.

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