mercoledì 11 gennaio 2012

Un treno che si chiama Desiderio


Quando si dice che “la scoperta è nel viaggio” quanto è vero! Solo quando fai la peggiore pendolare di Caracas puoi realmente rendertene conto. Nola-Napoli passando per la circumvesuviana, la metro e la funicolare, è un viaggio ricco di storia, di etnia, e stili di vita tanto da far “accapponare” la pelle e mettere altre esperienze “a libretto”.
Conosci vite, pensieri, aspirazioni, anche malsane, ma concrete, reali e scopri davvero cosa accade intorno a te; solo stando 45 minuti tet-a-tet (per non dire “un’nguoll a nat”) puoi sentire i sogni, le speranze e gli odori dei tuoi amici di viaggio. E si intrecciano relazioni, costruisci davvero amicizie profonde, perché piuttosto che isolarsi con le cuffiette o immersi in un libro (mentre ancora dormi), fai passare velocemente il tempo, e vivi i progetti della giornata dell’altro, che in quel momento è sincero, vero, e riesci, stancamente ma volentieri, ad essere sincera anche tu. L’unico neo è quando incontri la persona che non puoi evitare, allora lo spazio si dilata, il tempo sembra infinito, e pensi che  avresti preferito perdere quel treno!


domenica 1 gennaio 2012

E l'anno indignado


Fare l’inventario di un anno è sempre una cosa difficile. Da dove iniziare? Se poi l’anno viene diviso nei mesi o nei giorni vissuti, è davvero un’ardua impresa dare valore a ciascuna circostanza. Un bilancio globale, che allarghi la prospettiva e ti inserisce in un mondo di persone, più o meno vicine, aiuta per lo meno a darti un quadro generale. Il 2011 è stato l’anno degli “indignados”, delle grandi rivoluzioni che non si vedevano dalle precedenti grandi rivoluzioni. L’anno dell’indignazione generalizzata: dalla politica all’economia, fino alla società, tradotta in razzismo e xenofobia. Abbiamo avuto tutti paura dell’altro e, in questo modo, paura di noi: dal macro al micro cosmo perdendo in essi fiducia e rispetto. Indignata lo sono anche io, e non nell’accezione inerme del termine; sono indignata in modo rivoluzionario. Indignata perché non ho fatto abbastanza, indignata perché è venuto il momento di agire e reagire, perché se si è toccato il fondo, e abbiamo iniziato a scavare con il cucchiaino, forse è proprio arrivato il momento di tappare tutte le buche e iniziare a fare almeno piccole piste per le biglie; e poi chissà, magari iniziare a costruire qualcosa che non ci faccia più indignare, di cui essere veramente fieri e aperti. Se non altro, almeno provarci per quest’anno magico dei Maya.